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ASUS Maximus V Extreme, per spingere oltre ogni limite la Potenza di Ivy Bridge - Primo contatto

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Primo contatto

 

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Lasciamo il bundle, per concentrarci ora sulla vera protagonista di questa recensione: la Maximus V Extreme. Il layout è studiato e molto ordinato. La prima metà superiore della scheda ospita il socket LGA1155 per il processore, gli slot delle memorie ed il grosso dissipatore che, unito alla tecnologia ad Heatpipe, raffredda sufficientemente i bollenti spiriti dell’efficiente sistema digitale Extreme Engine Digi+ II. Nella seconda metà inferiore trovano posto gli slot di espansione delle schede PCI-Express, i connettori per le porte SATA e i vari attacchi disposti lungo la base per replicare sullo chassis i vari connettori USB/Audio.

 

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Nella parte sottostante, troviamo in evidenza la staffa di ritenzione, quella del dissipatore nonché le varie viti che fissano sul PCB le restanti flange del sistema dissipante basato su Heatpipe.

 

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La foto della zona socket mostra al centro il socket LGA1155 nonché i vari condensatori selezionati a stato solido di fattura nipponica e dall’affidabilità e resistenza fino a 5 volte quella dei normali componenti. I severi test a cui vengono sottoposti li garantiscono fino a 10.000 ore di funzionamento a 105°C. Le componenti sono inoltre testate per funzionare a temperature sotto lo zero ed evitare i fenomeni di cold bug.

 

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La Maximus V Extreme adotta un sistema di alimentazione maggiorato, a controllo totalmente digitale. Il sistema DIGI + II gestisce 8 fasi per la CPU, 4 fasi dedicate alla iGPU integrata nel processore e 2 fasi per la memoria. Ecco quindi che trova giustificazione il tipico connettore ad 8 Pin ed un secondo connettore a 4 pin, in modo da non avere colli di bottiglia in configurazioni particolarmente spinte sotto azoto. Le fasi di alimentazione sono di tipo classico, ovvero in configurazione a triplo mosfet in luogo degli integrati DriverMosfet. Questi ultimi sono generalmente più efficienti ma probabilmente meno robusti della controparte discreta. D’altra parte, la scelta di ASUS è giustificata dagli inconfutabili risultati che riesce ad ottenere ogni anno.

 

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L’insieme delle porte I/O è sufficientemente completo da soddisfare l’utente più esigente. Partendo da sinistra e solo sul modello Extreme troviamo di serie il connettore Thunderbolt. E’ basato su una tecnologia sviluppata da Intel nota in precedenza con il nome Light Peak, ed èin grado di collegare una vasta gamma di dispositivi, similmente allo standard USB ma che al contrario di quest’ultimo è in grado di arrivare a trasferire fino a 10 Gbit/s per canale. La porta Thunderbolt può essere utilizzata anche per collegare monitor tramite l’interfaccia DisplayPort e permette ci collegare più dispositivi in cascata. Proseguendo troviamo il connettore multipin che ospita la schedina combo mPCIe. A seguire, il blocco con i due utilissimi tasti del ClearCMOS e quello di attivazione del Rog Connect. Subito dopo, il blocco delle 4 porte USB 2.0 di cui quella di colore bianco è utilizzata anche per connettere un secondo personal computer tramite l’apposito cavo USB Maschio-Maschio. Tramite la tecnologia Rog Connect, il secondo terminale può essere utilizzato per monitorare ed intervenire su  molte delle impostazioni di frequenza e tensione in tempo reale. Le funzionalità della porta USB bianca non finiscono qui: può essere infatti utilizzata per le operazioni di flashing del BIOS tramite memory stick, a sistema spento. Nel blocco successivo troviamo la porta Ethernet in standard Gigabit e 2 porte USB 3.0 servite dal controller ASMedia. Il blocco successivo serve a portare all’esterno il segnale video digitale tramite le porte HDMI e Display Port. Oltre a questo troviamo anche una porta S/PDIF out (Sony / Philips Digital Interconnect Format). Sul blocco successivo troviamo una porta PS2 mista per tastiera/mouse ed altre 2 porte USB 3.0 servite però dal controller Intel. Per finire il blocco dedicato ai segnali audio.

 

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In questa macro, troviamo il chip ASM1442 che gestisce la codifica del flusso video digitale.

 

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Possiamo osservare il connettore EZ-PLUG che fornisce alimentazione aggiuntiva alle schede video, per configurazioni particolarmente spinte (Multi-VGA). Abbiamo poi, oltre ai 2 connettori neri a 4 pin per l’alimentazione di ventole, il connettore bianco a 4 pin riservato al modulo OC-KEY da utilizzare con l’apposito cavetto.

 

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Nella foto di sinistra abbiamo il controller ASM1042 dell’Asmedia che fornisce connessioni USB 3.0, mentre nella foto di destra troviamo il controller Audio Multicanale (7.1 + 2) ALC898 in grado di gestire flussi audio protetti come quelli utilizzati nella tecnologia Blu-Ray / HD-DVD.

 

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Nella macro possiamo osservare i 2 switch ASM1480 da 16 e 8 canali che gestiscono le chiamate tra i vari connettori del bus PCI-Express.

 

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Altro chip importante, lo Switch PCI Express 2.0 PEX8608 realizzato da PLX technology, in grado di fornire linee PCI-Express aggiuntive per sopperire alle limitazioni del chipset Z77 che è in grado di fornire un solo link x8. La ricca dotazione di porte SATA 6 e USB 3 aggiuntive, nonché lo slot PCI-E x4 e la porta Thunderbolt richiedono un numero maggiore di linee che vengono quindi ripartite tramite questo switch.

 

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Tale switch non è da confondere con il ben più importante  switch PCI Express 3.0 PEX 8747, già visto nella G1.Sniper 3, nascosto sotto al logo ROG. Come molti ricorderanno, le CPU Ivy bridge dispongono di sole 16 linee PCI Express, che limiterebbero le capacità grafiche della scheda ad un mero 2-way SLI. L’utilizzo di questo chip permette l’implementazione del 4-way SLI ripartendo le linee disponibili tra i 5 slot PCI Express 3.0. La gestione delle linee è diametralmente opposta a quanto visto nella G1.Sniper3. Tramite l’utilizzo di 2 switch aggiuntivi più semplici, il chip PEX 8747 è bypassato fino al 2-way SLI, mentre entra in gioco quando si collegano più di due schede video. I vantaggi sono evidenti in tutti gli scenari a singola e doppia scheda: le latenze introdotte dal chip di produzione PLX rallentano le prestazioni grafiche rispetto all’utilizzo nativo delle linee. Inoltre il chip potrebbe introdurre qualche limitazione nell’overclock del BCLK, cosa che sarebbe decisamente sgradita a chi acquista una scheda madre del genere. Lo scotto da pagare sono prestazioni che potrebbero essere leggermente inferiori nel 3-way o 4-way SLI, che anche gli utenti enthusiast accetteranno di buon grado.  ASUS permette dunque le seguenti configurazioni:

  • 5 x PCIe 3.0/2.0 x16 (x16 o due x8 o x8/x16/x8 o x8/x16/x8/x8)
  • 1 x PCIe 2.0 x4
  • 1 x mini-PCIe 2.0 x1

 

La vasta popolazione di slot PCI Express 3.0 potrebbe creare qualche confusione su come posizionare le schede video per ottenere le migliori prestazioni. Ecco quindi i consigli di ASUS:

  • Singola scheda video: Primo slot, x16 nativo
  • 2-way: Primo e terzo slot (nero), x8/x8 nativo; da notare che la maggiore distanza permette installazione di schede triple slot
  • 3-way: Primo, secondo e quarto slot, x8(nativo)/x16(PLX)/x8(PLX)
  • 4-way: Primo, secondo, quarto, e quinto slot, x8(nativo)/x16(PLX)/x8(PLX)/x8(PLX)
  • Il retro della scheda madre ci permette di notare (tramite il numero di saldature) che soltanto i primi due slot sono x16, uno dei quali è però connesso al chip PLX.

 

Come anticipato prima, grazie alla presenza del chip PEX8747, sono aumentati il numero di canali PCI-Express, senza inficiare sulla larghezza di banda dei dispositivi USB3.0 o SATA.

 

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Il connettore AAFP dedicato a replicare all’esterno sullo chassis il Front Panel Audio. A seguire il connettore SPDIF/Out per l’uscita ottica del segnale audio.

 

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Una porta e-SATA3 a 6Gb/s per la connessione rapida di dispositivi che utilizzano tale standard.

 

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Uno dei tanti attacchi per ventole a 4 pin ed a seguire 2 connettori (neri) per un totale di 4 porte USB 2.0. In rosso il connettore per 2 porte USB 3.0 da replicare sull’esterno dello chassis. OPT_FAN1 e OPT_TEMP1 che collegati ad appositi sensori installati su parti critiche del sistema sono in grado di monitorare la temperatura ed agire di conseguenza aumentando i giri di rotazione della/e ventola/e o avvertendo a mezzo di popup l’utente. Come in tutte le schede, il PANEL con l’insieme dei pin di avvio, reset, led, etc. da collegare sul pannello di controllo dello chassis. Con il pulsante BIOS_SWITCH possiamo scegliere con quale BIOS avviare il sistema (il BIOS attivo è indicato da apposito led sul PCB).

 

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La macro dei chip NUVOTON NCT6779D per il monitoraggio delle tensioni e temperature di sistema, ed ASMEDIA ASM1042 per la disponibilità di ulteriori linee USB 3.0.

 

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Partendo da sinistra abbiamo l’insieme di 8 porte SATA suddivise dalle prime 4 in standard SATA3 a 6Gbps servite dal controller ASMedia, mentre le successive 2 sempre in standard SATA3 e le ultime nere SATA2 3Gbps sono comandate dal chipset Intel. La Maximus V Extreme supporta configurazioni RAID software di tipo 0, 1, 5 e 10. E’ supportata anche la tecnologia Intel Smart Response, Intel Rapid Start Tecnology e Intel Smart Connect. Sulla sinistra troviamo 2 attacchi per sonde in modo da monitorare tramite Subzero-Sense, BIOS oppure TurboV EVO le temperature sotto zero durante le sessioni di bench avanzato.

 

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In primo piano, un altro connettore USB 3.0, mentre alla sua destra l’attacco E-ATX POWER a 24 pin per l’alimentazione principale della Maximus V Extreme. Oltre alla classica pila a pastiglia per il mantenimento delle informazioni nella CMOS, possiamo notare altri connettori per il monitoraggio delle temperature di cui abbiamo parlato in precedenza.

 

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Eccoci nella zona più amata dagli overclockers e dagli hardcore Gamers. Troviamo non solo i classici pulsanti di accensione e reset della serie di Mainboard ROG, ma anche gli inserti per la lettura delle singole tensioni tramite Multimetro che non sono semplici punti da toccare con i puntali dello strumento dove si fa fatica per tenerli fermi. Distinguiamo, inoltre il multi-switch per l’esclusione di schede video (non funzionanti o che vogliamo semplicemente disabilitare a fini di test), installate sui corrispondenti slot PCI Express e l’utilissimo display a 2 cifre per la diagnostica in fase di boot. Di aiuto per chi opera sotto azoto, l’interruttore LN2_MODE che avvia a frequenza ridotta il sistema prevenendo i crash. Abbiamo ancora alla base del connettore E-ATX i led che indicano la sequenza di avvio, il pulsante GO BUTTON che aiuta ad avviare il sistema in caso di problemi con le memorie. Terminando, per i professionisti del settore abbiamo i connettori VGA_OV2 e VGA_SENSE2 per collegare 2 cavi da saldare in punti strategici sulla VGA onde effettuare un overvolt della stessa mirato e preciso.

 

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La Maximus V Extreme è in grado di sfruttare fino ad un massimo di 32GB (4x8GB) di memoria DDR3 e spingerla ad una frequenza di 3200MHz. Ovviamente i profili XMP per il settaggio automatico delle memorie sono supportato. Il ritardo nell’uscita rispetto alle altre schede madri Z77 ha inoltre permesso di affinare la tipologia di connessioni verso i moduli DRAM, che sulla carta dovrebbe permettere maggiori overclock rispetto alle altre schede ROG. Passiamo adesso ad analizzare il BIOS e la sua architettura.

 

 

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